lunedì 30 marzo 2009

Consigli allena-mente

Oggi proviamo a darvi un paio di consigli pratici per allenare e mantenere in forma il vostro cervello. Abbiamo detto che è importante fare esercizi per continuare a stimolare le funzioni cognitive, ma questi esercizi non devono per forza essere calcoli, logica, lettura o compiti impegnativi. Un primo consiglio per stimolare continuamente il cervello e mantenerlo allenato è AGIRE CON ENTUSIASMO E OTTIMISMO: se facciamo soltanto le cose per dovere, perché siamo obbligati, il nostro cervello ne risente; se invece affrontiamo ogni giorno la vita con passione e voglia di fare sarà sempre vigile e attivo. Bisogna quindi cercare di variare e non fare sempre le stesse cose. Un secondo trucchetto per allenare il cervello nella vita quotidiana e divertendosi lo troviamo IN CUCINA: se nella preparazione di un piatto SEGUIAMO ATTENTAMENTE TUTTI I PASSAGGI stimoliamo la corteccia prefrontale, impiegata in compiti mentali complicati quali memoria, concentrazione, pensiero e linguaggio. Questi sono due semplici astuzie che chiunque può sfruttare per allenare la propria mente; cercheremo di proporvi altri trucchi ed esercizi per “mantenervi giovani”!

INTERIORIZZARE LE ESPERIENZE POSITIVE

INTERIORIZZARE LE ESPERIENZE POSITIVE AIUTA A CAPIRE COSA SI VUOLE VERMAMENTE DALLA VITA. NON È LA FELICITÀ, MA POCO CI MANCA.

MIHALY CSIKSZENTMIHALYI

Interiorizzare le esperienze positive significa farle proprie, cercando di attribuire loro un preciso significato importante per la nostra esistenza. Questo processo di interiorizzazione permette la creazione di precisi schemi mentali che possono influenzare le nostre scelte future.

sabato 28 marzo 2009

L'età mentale

Abbiamo parlato di videogiochi ed esercizi per allenare la mente, che stanno diventando sempre più diffusi, non solo tra i giovani ma anche, e soprattutto, tra gli adulti. Questi si basano, per la maggior parte sul concetto di ETA' MENTALE. Su internet sono tantissimi i test che si propongono di misurarla, per la maggior parte si tratta di test poco attendibili basati sulla valutazione di comportamenti e opinioni quali la lettura di giornali, l’accordo o disaccordo con alcune frasi e altre domande circa le quali chiunque potrebbe, e forse dovrebbe, farsi venire qualche dubbio come ad esempio se si preferisce il vino o la birra. (Qui potete trovarne uno: http://www.nienteansia.it/test/test-eta-mentale.html ) L'età mentale è un concetto psicologico legato ai test di valutazione del livello intellettivo delle persone. Più precisamente, nasce con il test del QI, quoziente intellettivo, introdotto da Binet all'inizio del secolo scorso; il QI veniva calcolato rapportando tra loro le misure dell'età mentale e di quella cronologica, a loro volta moltiplicate per 100 (E.M./E.C.x 100). Si tratta di QI RAPPORTO. Successivamente si è cercato di rendere più attendibile questa misura introducendo il QI DEVIAZIONE cioè misurato in riferimento alla deviazione, allo scostamento dalla media dei soggetti della stessa età. Oggi l’intelligenza è misurata principalmente con le scale Wechslerche si suddividono appunto in base all’età. L'età mentale corrisponde all'insieme di prove che in media un individuo di una certa età cronologica dovrebbe essere in grado di portare a termine (possiamo attribuire l'E.M. di 6 anni a un bambino, quando ha superato tutte le prove relative a quella età).

giovedì 26 marzo 2009

DITECI LA VOSTRA!

STRESS: come l'individuo reagisce alle minacce dell'ambiente

Il nostro approccio allo stress, come abbiamo già accennato, è orientato più che altro alla psicologia senza però prescindere da studi fisiologici, iniziati negli anni cinquanta del secolo scorso dal ricercatore Hans Selye, che sono stati in grado di spiegare cosa avvenisse e cosa si modificasse di preciso nel nostro organismo quando si è sottoposti a stress. Gli stressors minano l’omeostasi (stabilità) interna del corpo che, sentendosi minacciato cerca di reagire attraverso particolari modificazioni fisiologiche come l’accelerazione della frequenza cardiaca e respiratoria. In questo modo l’organismo si dimostra reattivo nei confronti dell’ambiente esterno. Questa reazione è detta SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO (Selye). Essere in grado di gestire lo stress, con le modalità più funzionali, risulta quindi sempre più importante per l’individuo nell’ottica della prevenzione e della tutela del proprio benessere psicofisico.
Immagini credits to remjr

UN ESERCIZIO PER AUMENTARE IL PROPRIO BENESSERE CON L’AUTOIPNOSI

Quando si parla di autoipnosi solitamente le persone credono di dover fare chissà quali complicate procedure per accedere ad uno stato di autoipnosi, alcuni credono addirittura di non poter entrare in autoipnosi. Per imparare ad accrescere il proprio benessere il primo passo è proprio quello di iniziare a riconoscere quelle immagini che creiamo automaticamente quando ci sentiamo sicuri; cosa vediamo di noi, quali attività visualizziamo spontaneamente, come ci vediamo mentre ci muoviamo fiduciosi nelle relazioni con gli altri. Successivamente imparare ad ascoltare quello che spontaneamente ci diciamo quando ci sentiamo sicuri e pieni di fiducia in noi stessi, le parole e l’enfasi che mettiamo nel ripetercele dentro la nostra testa. In ultimo possiamo prestare attenzione alle nostre sensazioni; quali segnali ci invia il nostro corpo sotto forma di sensazioni quando siamo sicuri e proviamo fiducia in noi stessi, com’è la nostra postura, come si muove il nostro corpo quando ci muoviamo sicuri nel mondo.

mercoledì 25 marzo 2009

CHE STRESS!

Chiunque, almeno una volta nella vita, si è sentito sotto stress in seguito ad un particolare evento: per un sovraccarico di lavoro e di impegni per esempio, per un esame universitario, o ancora in seguito ad un evento traumatico. Il termine STRESS è quindi presente nel linguaggio comune, anche se ultimamente tende ad essere un po’ troppo abusato. Lo stress ha delle precise caratteristiche che devono essere prese in considerazione, ha una struttura determinata da fasi e segue ed è seguito da precisi meccanismi psicofisiologici. L’orientamento che meglio spiega e definisce lo stress è sicuramente quello psicologico che si propone di analizzare l’interazione tra la persona e l’ambiente ossia le risposte che una persona può dare in presenza di stimoli (in questo caso stimoli stressanti, o meglio stressors) prodotti dall’ambiente circostante. A tal proposito Levi (1987) afferma che lo stress è legato alle reazioni suscitate dal disaccordo tra le opportunità e richieste dell’ambiente e bisogni da un lato, e capacità e aspettative dell’individuo dall’altro.
Immagine credits to:Khayal

ALLENA-MENTE e brain training

Il nostro cervello è un sistema straordinario, ci permette una quantità indescrivibile di funzioni, le funzioni cognitive; esse sono la memoria, l'attenzione, la percezione, il riconoscimento e la comprensione delle informazioni del mondo esterno, la capacità di dare risposte adeguate e di farsi capire con le parole e le azioni, ecc. Queste funzioni si sviluppano a partire dalla nascita, raggiungono l'eccellenza e poi lentamente decrescono fino a degenerare in malattie senili quali la demenza. Grazie all’allenamento però, così come vale per il corpo, si può “tenere in forma” la propria mente. Sempre più diffusi sono videogiochi, giochi e quant’altro che si propongono di stimolare regolarmente e in modo mirato alcune di queste funzioni, così da “mantenere giovane” il proprio cervello. Il più conosciuto, che per molti sta diventando una mania è il Brain Training. Si tratta di un videogioco ideato grazie alla collaborazione con il neuroscienziato Dr. Ryuta Kawashima. Quest’ultimo ha condotto numerosi studi sul cervello arrivando a definire una serie di esercizi come la lettura a voce alta, alcuni semplici calcoli o il conto delle sillabe che stimolano in particolare la corteccia prefrontale, implicata in molti compiti cognitivi, in grado di mantenere attive le funzioni cognitive e contrastare l’avanzamento del tempo. Questo gioco propone quindi una ginnastica mentale: lo studioso giapponese infatti sostiene che bastano pochi minuti di esercizio al giorno per mantenere, o far tornare, il proprio cervello all’agilità giovanile.

TEORIA DEL FLOW

Ognuno di noi, nel corso della sua esistenza e nello svolgimento della sua attività sia essa sportiva, accademica, lavorativa e quant’altro, ha sperimentato il cosiddetto “momento magico”, in cui tutto sembrava facile e raggiungibile, in cui il proprio corpo e la propria mente erano uniti e mossi da una energia inesauribile; in cui tutto era sentito sotto controllo; in cui si percepiva soltanto il sé, mentre il resto tutt’attorno svaniva. Questo stato particolare delle cose, che coincide spesso con il livello più alto della prestazione, si chiama STATO DI FLOW e può essere banalmente definito come il libero flusso di energia. Per fornirne, invece, una definizione più completa e, al tempo stesso, di più facile e immediata comprensione, possiamo ricorrere a quattro parole chiave:
• Focus: consapevolezza, sentirsi totalmente e pienamente concentrati, assorbiti e coinvolti in ciò che si sta facendo, senza l’intromissione di altri pensieri e/o emozioni.
• Armonia: la mente e il corpo sono un tutt’uno armonico e lavorano senza sforzo alcuno.
• Controllo totale di se stessi e della situazione.
• Divertimento.
Il primo autore ad occuparsi di “flow” è stato M. Csikszentmihalyi, uno psicologo americano che a partire dagli anni ’70 ha svolto una serie di ricerche sul “flusso di coscienza” come fenomeno riscontrabile nelle attività quotidiane e nello sport definendolo come una “piena immersione nel compito” . Ovvero questo stato è connotato da un elevato coinvolgimento e controllo della situazione, focalizzazione dell'attenzione, assenza di noia e ansia, motivazione intrinseca (piacere per l'attività), alterata percezione dello scorrere del tempo e assenza di auto-osservazione. Purtroppo non è possibile allenare il flow o l'individuo allo stato di flow anche se vi è la possibilità di lavorare sulle condizioni (sia ambientali, che individuali) che favoriscono la sua riproduzione. Alcuni esempi di queste condizioni sono la definizione di obiettivi chiari e sistematizzati, oppure la previsione di risposte (feedback) legate all'attività intrapresa, oppure ancora lo sviluppo delle attività attraverso modalità connesse alla motivazione.

IMPARARE L’AUTOIPNOSI PER MIGLIORARE IL PROPRIO BENESSERE

L’utilizzo dell’ipnosi viene solitamente inteso nelle sue applicazioni cliniche in quanto una forma di terapia breve, e normalmente viene associata alla terapia che utilizza l’ipnosi al fine di aiutare il paziente a superare i suoi problemi.

In realtà questa tecnica, risulta rapida ed efficace anche nel campo del benessere psicologico.

Le applicazioni dell’ipnosi nel campo del benessere psicologico e dello sviluppo personale hanno una vasta applicazione;

  • sviluppare l’autostima;

  • gestire lo stress;

  • gestire meglio il tempo;

  • migliorare la comunicazione interna (con se stessi) ed esterna (con gli altri) imparando ad essere maggiormente incisivi e a creare un clima relazionale migliore;

  • vivere lontani dall’ansia.

L’autoipnosi può essere quindi utilizzata per accedere alle nostre risorse inconsce (autoipnosi positiva).

Questo accade ogni qualvolta utilizziamo le immagini, le parole e le sensazioni per agire con maggior fiducia nel mondo esterno. Un‘ esempio comune a molti è quello che accade quando valutiamo di essere molto competenti in qualcosa che facciamo bene e ci piace.

In questo caso le immagini interne che creiamo nella nostra mente ci fanno vedere sicuri e fiduciosi nello svolgere quell’attività, automaticamente ci diciamo che possiamo farcela ed agiamo muovendoci con la sensazione di sentirci sicuri di noi stessi.

PERCHÈ LA PSICOLOGIA DEL BENESSERE?

Questo blog nasce dall'opportunità che ci è stata offerta dall'esperienza pratica di tirocinio relativa al nostro corso di laurea in psicologia della comunicazione. Tale occasione ci ha permesso di conciliare l'ambito della comunicazione dei nuovi media con il nostro interesse per la psicologia. La scelta del tema è ricaduta sull'area del benessere, in quanto nuovo campo della psicologia attualmente in evoluzione e sviluppo. Le richieste di intervento sono in continua crescita con la conseguente nascita di nuove figure professionali.

Nello specifico, la psicologia del benessere non si occupa della patologia ma di quegli strumenti utili e pratici che aiutano le persone a migliorare il proprio stato di benessere in assenza di problematiche psicologiche. L'attenzione ricade principalmente sul potenziamento delle abilità comunicative e cognitive, sulla riduzione e gestione del proprio livello di stress e sulla definizione di obiettivi importanti per il benessere di ciascuno.

Questo è quanto vorremmo condivide con voi lettori, sperando che gli argomenti che vi proporremo di volta in volta possano interessarvi ed essere uno spunto per commenti e discussioni.

Non ci resta che darvi il benvenuto in positivaMENTE e augurarvi una buona lettura!!!