venerdì 16 aprile 2010

PRIMI PASSI NELLA MUSICOTERAPIA - la vita fugge e non s'arresta un'ora

La musicoterapia è una forma di terapia psicologica, usata per la maggior parte dei casi, con persone affette da qualche disturbo o problematica, come bambini autistici o persone in stato post-comatoso.
E' un ambito molto interessante ed affascinante, ma non sempre facile da comprendere ed apprendere.
La prima cosa da conoscere è lo strumento di base: il RITMO.
Ingenuamente si potrebbe pensare che la musicoterapia fa uso della sola musica, in realtà l'elemento base è ancora più semplice, il ritmo appunto.
Esso non caratterizza solo la musica, ma ogni suono, ogni rumore, compresa la nostra voce. Ancora pima della musica, infatti, il musicoterapeuta utilizza il ritmo ed il tono della sua voce con una persona, il paziente, che generalmente ha difficoltà a comunicare.
Un secondo strumento fondamentale è il corpo: tramite il corpo infatti si possono sentire il ritmo, le vibrazioni, il contatto, e la persona può sentirsi viva e riscoprirsi a sua volta capace di comuncare con gli strumenti che possiede.
Il corpo, la voce e la musica sono gli elementi nelle mani del musicoterapeuta per entrare in contatto con la persona che si trova di fronte e sintonizzarsi con essa, provare empatia, cioè provare le stesse emozioni, nel modo in cui l'altro le sta provando. Questa prima fase si chiama MATCHING.
L'elemento base rimane sempre il ritmo: il terapeuta cercherà di comprendere, seguire ed imitare il ritmo che l'altro propone, volontariamente o meno, oppure utilizzerà il ritmo di una musica per creare un contatto. Una proposta di ritmo volontaria è il caso in cui il paziente utilizzi degli strumenti musicali o degli oggetti per creare musica e suono, involontarimente attraverso ad esempio il respiro.
Seguire il respiro dell'altro, muoversi con lo stesso ritmo con cui si muove l'altro, suonare uno strumento seguendo quello che l'altro fa o ancora, muovere le proprie mani sul corpo dell'altro seguendo il ritmo di una musica sono elementi che permettono di entrare in comunicazione con la persona che ci si trova di fronte e stimolarli a comunicare e rispondere a loro volta.
                                                                                                       
                                                                                                           di Elisabetta Bassani

sabato 3 aprile 2010

E' TUTTA QUESTIONE DI INTERPRETAZIONE

Spesso la nostra vita ci sembra brutta e negativa, sembra che tutto vada male. Certo, può capitare. La psicologia, però, da tempo sa che si tratta solo di come noi interpretiamo ed elaboriamo la realtà.
Alcune ricerche (Grazzani, Gavazzi e Duncan, 2001-2004) mostrano come felicità, gioia ed in generale le emozioni a valenza positiva siano quelle magiormente provate nella vita quotidiana, rispetto alle emozioni negative. La fonte di tale felicità è molto varia: amore, salute, successo, lavoro, denaro,ecc.; ma tutti noi aspiriamo alla felicità ed al benessere, da sempre.
La psicologia positiva si interessa molto alle emozioni positive ed evidenzia come l'esperienza della felicità sia legata a complessi e sottili processi di interpretazione della nostra vita e realtà. E' esperienza comune che esistono persone che si considerano felici nonostante la loro vita sia piena di aspetti oggettivamente negativi e, al contrario, persone che pur avendo tutto ciò che si potrebbe desiderare sono infelici.
Inoltre, le emosioni positive hanno un ruolo fondamentale per il nostro benessere, anche fisico, in quanto permettono di ridurre e compensare le reazioni e l'attivazione corporea indotta dalle emozioni negative.
Se dunque le esperienze positive sono parte costante della nostra vita quotidiana, ci permettono di star bene ed affrontare meglio le esperienze negative future e sono una questione di interpretazione della realtà, cerchiamo di riconoscerle e valorizzarle ogni giorno!
                                                                                                           di Elisabetta Bassani